Cristo mi chiama, ma senza luce. Pier Paolo Pasolini e Il Vangelo secondo Matteo
«Cristo mi chiama, ma senza luce» è il verso di una poesia (La domènia uliva / La domenica uliva, del 1942) dove Pier Paolo Pasolini ventenne evocava la propria contraddittoria attrazione per la figura di Cristo, un richiamo carismatico ma «senza luce», perché Pasolini era ateo e non credeva alla divinità del Messia. Quando visitò la Cittadella di Assisi dove ha sede la Pro Civitate Christiana e rilesse i Vangeli, lo scrittore-regista visse un'emozione così intensa da voler realizzare un film su Gesù. Nacque Il Vangelo secondo Matteo (1964), scritto con la consulenza dei Volontari della Pro Civitate, dove la figura e le parole di Cristo venivano contrapposte da Pasolini alla «vita come si sta configurando all'uomo moderno, la sua grigia orgia di cinismo, ironia, brutalità pratica, compromesso, conformismo, glorificazione della propria identità nei connotati della massa, odio per ogni diversità, rancore teologico senza religione».
A cinquant'anni di distanza, l'Associazione Amici dell'Osservatorio della Pro Civitate Christiana, la Pro Civitate Christiana e il Centro Studi – Archivio Pasolini della Fondazione Cineteca di Bologna hanno organizzato un convegno di studi proprio nella Cittadella dove fu ideato Il Vangelo secondo Matteo. Questo libro raccoglie i testi degli interventi, con l'intento di offrire nuovi elementi critici, estetici e storici utili alla conoscenza e alla visione di un film che ha segnato un'epoca.
Introdotto dalle presentazioni di Ivan Grossi, presidente dell'Associazione Amici dell'Osservatorio della Pro Civitate Christiana e Chiara De Luca, presidente della Pro Civitate Christiana, il volume riunisce saggi di Marco Antonio Bazzocchi (Università di Bologna), Tony Bernardini (Pro Civitate Christiana), Roberto Calabretto (Università di Udine), Roberto Chiesi (Centro Studi - Archivio Pasolini di Bologna), Luciano De Giusti (Università di Trieste), padre Virgilio Fantuzzi SJ (La Civiltà Cattolica), Peter Kammerer (Università di Urbino), Dario Edoardo Viganò (Pontificia Università Lateranense) e le testimonianze di alcuni interpreti del film, Margherita Caruso (interprete della Madonna giovane), Ninetto Davoli (che esordì proprio con questo film) e Giacomo Morante (l'apostolo Giovanni).
Il volume contiene anche una documentazione iconografica che comprende alcune immagini del set di Angelo Novi e sette fotografie inedite di Tony Bernardini che ritraggono Pasolini.